Gocce è il nuovo singolo del cantautotore Salvatore Maria Ruisi. Brano prodotto da Fabio Rizzo e Donato Di Trapani e inciso presso lo studio di registrazione di Palermo Indigo Music. Il brano, un mix di folk dal sound americano e canzone d’autore italiana, è accompagnato dal videoclip, ideato dallo stesso Salvatore Maria Ruisi insieme ad Alessandro Giglio, art director di Adduma, il quale si è occupato di tutta la realizzazione del video.
“Gocce” ci sembra un brano confidenziale, provocatorio e un po’ controcorrente, sei d’accordo?
Sì sono d’accordo. E’ il mio modo di scrivere e il modo in cui mi piace pormi come artista. Il brano è stato concepito volutamente ripetitivo per creare quel tintinnio fastidioso di infinite gocce che fanno traboccare il nostro vaso. Ognuno di noi ha una la propria goccia che unita a tutte le altre crea questo grande pianto che scorre sulle nostre vite. E’ impossibile fuggire via, poiché le gocce rappresentano la vita stessa. Il brano è il primo tassello di un discorso più ampio che affronto nel mio album di esordio.
Le sonorità sono sinceramente folk e richiamano il panorama cantautorale italiano, ti rivedi in questo stile o in futuro dovremmo aspettarci qualcosa di diverso?
Assolutamente sì, mi rivedo in questo stile, è la musica che ascolto maggiormente ed è a questo panorama cantautorale che sento di appartenere con le mie canzoni. In futuro però non so, non mi pongo limiti, qualche collaborazione con qualche artista lontano dal mio mondo musicale non mi dispiacerebbe per creare qualcosa di diverso dal mio stile. La musica non ha confini, e la crescita artistica a volte può anche portare a immergersi in nuovi linguaggi per esprimersi. La vedrei sicuramente come un evoluzione del mio progetto. Non lo escludo, ma al momento rimango ancorato al mio mondo.
“Tutto scorre dentro questo pianto tra noi”: c’è dietro un’esperienza vissuta sulla tua pelle o è chiederti troppo?
In tutto ciò che scrivo c’è sempre in qualche modo parte della mia vita e spesso mi capita di scrivere quando le cose non mi vanno tanto bene. Mi viene in mente una famosa risposta di Luigi Tenco sul perché scrivesse canzoni tristi. Tenco rispose che quando è felice, solitamente esce. Un po’ mi rivedo in questa immagine. Anche se non scrivo soltanto canzoni tristi. La voglia di scrivere e di raccontarmi arriva sempre quando sento dentro qualcosa che ha la necessità di uscire. Nello specifico, quella frase è riferita più che altro alla miseria umana che scivola sulle nostre vite ed è impossibile evitarle anche quando si vuole ridere.
Il videoclip del brano ti vede solo su una zattera, volevi enfatizzare quest’aspetto o è stata una scelta così presa su due piedi?
Diciamo che è stata una scelta presa su due piedi che voleva enfatizzare proprio questo aspetto. Una scelta su due piedi perché pensata in maniera del tutto spontanea, insieme ad Alessandro Giglio, che ha curato le riprese e il montaggio del video, mentre prendevamo un caffè e in pochi giorni, costruita la zattera, siamo andati a mare a girare. La scelta del mare è azzeccatissima perché nel video circonda me solitario e naufrago su una zattera, rappresentando il vuoto assoluto attorno a me nonostante fosse composto da infinite gocce. Un grande contenitore di tante cose che nell’insieme da l’idea di un immenso vuoto.
In questo momento così difficile, come affronti la quotidianità? Canta che ti passa?
Di cantare non smetto mai. Ogni giorno lo trascorro con la chitarra in mano in attesa che prima poi passi questo periodo incredibile. Come se fossi un po’ sospeso. L’unico modo per far sentire la nostra presenza e portare avanti il mio lavoro al momento è rappresentato dal web. Sto lavorando all’uscita del prossimo brano e cerchiamo di capire come e quando uscire con l’intero album. Non vedo l’ora però di ritornare su un palco con le mie canzoni a provare quelle forti emozioni che solo un concerto sa regalare, sia per chi suona, sia per chi ascolta. Poi questo è il motivo principale che mi ha spinto a fare questo lavoro.
Concludiamo con una playlist: ti va di farci ascoltare alcune canzoni alla quale sei affezionato?
Simple twist of fate (Bob Dylan)
Rimmel (Francesco De Gregori)
Il vino (Piero Ciampi)
Cara (Lucio Dalla)
Sultan of Swing (Dire Straits)
Little Bit of Love (Jack Johnson, John Cruz & Friends)
Vedrai (Luigi Tenco)
L’anima non conta (Zen Circus)
Tu forse non essenzialmente tu (Rino Gaetano)
Life on Mars? (David Bowie)