Samu L, “Primordiale”: recensione e streaming
Si intitola Primordiale ed esce per Lilith Label il lavoro di debutto di Samu L, nome d’arte di Samuel Dughetti, rapper genovese classe 1997. L’ep esce in contemporanea al video di Riga dritto, una delle tracce cardine del lavoro, rappresentata attraverso un videoclip che è anche una sorta di incubo molto realistico, per una storia di prigionia, anche mentale, e di liberazione.
I sei brani dell’ep sono anche sei sassate nel vetro, sei affermazioni di esistenza e di resistenza per un conscious rap che assomiglia tantissimo a un lavoro da cantautore, con gli occhi aperti sulla realtà circostante.
Primordiale per me rappresenta crescita. Ho sempre voluto fare musica ma ho capito cosa significa solo lavorando su questo ep, avendo un progetto e un obiettivo da raggiungere. Ho compreso che la motivazione non è nulla senza la costanza, che la pazienza è fondamentale per raggiungere uno scopo, e che un artista è tale solo se accompagnato da persone che credono in lui e ci credono con lui. Dentro a questo disco c’è tutto, io ci ho messo una pillola di tutto ciò che penso valga la pena conoscere di me, ma per quanto profondo è solo uno degli strati che mi compongono e spero di poter mostrare prestissimo anche gli altri. “Primordiale” significa qualcosa a uno stadio iniziale, e sicuramente si riferisce al mio percorso personale e alla mia crescita artistica. Posso garantire che questo è il primo di tanti progetti futuri
Samu L traccia per traccia
Un giro ipnotico dà il via a Primordiale, title track che è già manifesto e tentativo di confronto, forse anche di scontro: Samu prende di petto una serie di questioni molto attuali in un pezzo aggressivo anche se breve, giusto per mettere le cose in chiaro fin da subito.
Ricordi e persone dell’infanzia si manifestano in Nuvole, che è altrettanto ruvida per quanto riguarda il rap: “lascio tutto su sto palco” dice Samu, come se fosse Salmo. Ma le ispirazioni sono molto variegate, la scrittura più letteraria che confrontational, la ricerca è quella della condivisione anziché del dissing fine a se stesso.
A proposito di ricordi e di confronti, ecco Stonewall, insieme a Hellsy, per raccontare dalla propria ottica e con una prospettiva contemporanea, facendo riferimento ai moti del 27 e 28 giugno 1969 a New York che hanno idealmente dato il via al movimento LGBT+: “E passerà/l’ansia che è in me/in questo corpo che mi stava stretto/amarmi quando mi guardo allo specchio“.
“Perché la gente parla parla perché piace il dramma“: le contraddizioni e le ipocrisie dell’oggi si affacciano in una triste e molto amara Lasciali parlare, che analizza con grande lucidità la reazione media dell’uomo comune (soprattutto italiano) rispetto a chi è diverso, che tendenzialmente è ritenuto accettabile solo se sta buono buono nel proprio angolino.
Questioni di principi e di principesse ad aprire (R)esistiamo: ma non è una favola, è una realtà, anzi è la realtà personale del rapper che apre squarci sulla propria vita personale, sulla propria storia di transizione e sulle sensazioni, non proprio tutte positive, affrontate nel corso degli anni.
A chiudere, ecco Riga Dritto, presentata anche attraverso un video che esce contemporaneamente all’ep. Insieme al “po-po-po-po-po” (che non è un coro da stadio, ma un rimbombo nella testa che fa vivere male) c’è un rimare fitto e acido, per uno dei brani più appuntiti dell’ep.
La sincerità è importante, nella musica e nell’arte. Ma non basta: Samu L è sincero ma è anche in grado di raccontare la propria sincerità, mettendola in una serie di brani forti, intensi, molto vivi e molto ben scritti. La storia personale è il nucleo dell’ep, ma è arricchita e rafforzata da un tessuto artistico molto forte e resistente, da uno stile molto personale e da una forza prorompente che porta a rompere le catene con cui la società vorrebbe imprigionare. Un grido di libertà, sicuramente, ma anche un primo passo decisamente molto promettente.