Santino Cardamone, “Mondocervello”: la recensione

santino cardamoneIl nuovo album di Santino Cardamone, dal titolo Mondocervello, è stato registrato e mixato da Andrea Rovacchi presso il Bunker Studio di Rubiera e prodotto da Manita Dischi. Dopo l’ottima esperienza ad X Factor nel 2015 in cui aveva sorpreso e convinto tutti, dal pubblico ai giudici (in particolar modo Elio) e a due anni di distanza dal precedente “Uomini ribelli”, il cantautore calabrese torna sulle scene con un disco più completo e maturo.

Abbandonata la fedele “coppola” e distanziandosi dal folk delle origini, Mondocervello racchiude i brani costruiti nell’arco di questi ultimi due anni, in cui Santino ha alternato il suo lavoro principale (insegnante di tecnologia del legno nelle costruzioni presso l’Istituto Geometra di Bologna) all’attività compositiva, consegnandoci un linguaggio nuovo, più malinconico, accanto a quello più solito e conosciuto di Santino (ovvero l’allegria tipica del folk e l’associazione musica/ballo).

Santino Cardamone traccia per traccia

Tra un cantato molto peculiare e riferimenti alla canzone d’autore italiana classica ecco Irene, porta d’ingresso sul disco di Cardamone, conformata su classico ritratto femminile con l’aiuto di chitarra e pianoforte, ma su un tema delicato come quello dell’anoressia. Mondocervello, title track, gira sui toni tenui di una chitarra acustica, e si rivela “canzone genuina come il vino”.

C’è qualcosa di antico in Serenata in re maggiore, con la chitarra che si adagia su ritmi mediterranei. Anima sincera aspira a contenuti più intimi, con un brano dedicato alla fidanzata. Invece L’amore ai tempi di Facebook usa l’arma dell’ironia sul tema, piuttosto classico, degli aspetti negativi dell’epoca dei social.

Aria apparentemente allegra anche in Canzone per Samuele, che in realtà affronta un tema difficilissimo come la leucemia. Si parla ancora di situazioni tragiche come il femminicidio con Cuore di marmo, cantata in prima persona e questa volta molto intensa. Si parla di amore in Chitarra blu, sorta di lettera al proprio rivale in amore con le istruzioni per rendere felice la propria ex.

Ecco poi il ritorno alla leggerezza con Jambo, che comunque conferma come l’interesse di Santino sia soprattutto appuntato verso il genere femminile. Si guarda più in alto (o più in là, comunque da un’altra parte) con Dio, cui chitarra e tastiere forniscono trame sonore piuttosto fitte.

Ecco poi Mauro, altro pezzo apparentemente lieve, su un altro protagonista con gravi problemi di salute. Si chiude con Donna di Rovigo, altro brano curioso basato, pare, su fatti realmente accaduti: ne esce una sorta di Disperato erotico stomp in salsa del tutto personale.

Santino Cardamone insegna tecnologia del legno nelle costruzioni presso l’Istituto Geometra di Bologna, perciò sarebbe semplicissimo sottolineare l’aspetto artigianale delle sue canzoni, eccetera eccetera. Invece è bene fare caso anche alla cultura cui fa riferimento Santino, lo stesso terreno culturale sul quale sono cresciuti i migliori cantautori italiani.

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