Reduci da un lungo e affollato tour estivo che li ha visti calcare i palchi di alcuni dei più importanti festival accanto ad artisti del calibro di Red Hot Chili Peppers e Kokoroko, i Savana Funk pubblicano Ghibli, in uscita anche in vinile nero e in formato cassetta per GoGo, sussidiaria di Garrincha Dischi dedicata alla world music.

«Ghibli è il vento caldo e secco che soffia dal deserto verso il Mediterraneo». Con queste parole la band formata da Aldo Betto, Blake Franchetto e Youssef Ait Bouzza descrive la sua ultima opera. Un album che guarda al sud, ai colori e ai suoni di quella parte del mondo, lasciandosi guidare da un elemento centrale: il vento che canta, bisbiglia, travolge e porta con sé.

Savana Funk traccia per traccia

Si parte da Agadir, per un viaggio elettrico ed etnico che si fa subito avvolgente, tortuoso e molto assolato. C’è un che di Santana all’orizzonte di un brano che lascia moltissimo spazio alla chitarra e ai suoi ghirigori.

Più contenute, intime e anche blueseggianti le armonie che si insinuano in Ghibli, vento desertico che è anche la title track di questo disco. Il soffio si avverte in modo carezzevole e malinconico.

Un po’ più intignati i ritmi di Elephant, insistente e confinante con il jazz, pur mantenendo abiti rock.

Molto funkeggiante, ma con distillati tropicali in scena, l’atmosfera che accompagna Ganimede, coppiere degli dei ma anche satellite di Giove: a quale dei due si riferiscano i Savana Funk non sappiamo, ma in ogni caso ne esce un’atmosfera di festa e di danza tra l’elettrico e il selvaggio.

Malinconia e ritmo si incontrano a Lipari, altra tappa del viaggio con qualche ricamo delicato e dettagliato. Un po’ più acide le idee che porta in giro Ayat, brano in cui appare la voce per la prima volta nel disco.

Grande animazione quella che porta con sé Ghanaba, con un drumming molto insistente e continuo e una potente linea di basso, per una visione del mondo molto colorata. Dialoghi e interconnessioni fitte quelle che porta con sé Ifri.

Si salpa poi per il Madagascar, dove ci attende una festa di luci e colori particolarmente animata. Ma dopo la festa c’è bisogno di un po’ di raccoglimento, ed è ciò che porta con se Boubacar, che chiude anche l’album.

Disco notevole per i Savana Funk che lasciano correre la musica a briglie sciolte e le vanno dietro con continuità e, si direbbe, piacere assoluto. Molta passione e un (piacevole) protagonismo della chitarra, come forse non si sentiva da un po’.

Genere musicale: world music

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Pagina Instagram Savana Funk

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