Dopo aver preparato il terreno con i singoli “Violante” e “Di nuovo tu”, oltre all’ep Violante, dimmi quello che vuoi e Fragole, il cantautore cagliaritano sereno – nome d’arte di Mattia Onnis – dà forma al suo primo concept album Violante, un progetto che va oltre la semplice narrazione musicale e si trasforma in un viaggio intimo e potente, capace di toccare corde profonde in chi lo ascolta.
“Violante” è una porzione di una storia che ho vissuto anni fa, travolgente, incontrollabile, intensa, dalle mille facce. Una storia che per me ha segnato un confine, un prima e un dopo, che mi ha smosso come niente aveva mai fatto, portandomi a scrivere questo disco
sereno traccia per traccia
Si parte proprio da Violante, morbida introduzione con caratteristiche indie pop per la storia del disco. Sonorità moderatamente zuccherose fanno da contorno a un dialogo ricco di promesse ma anche di inquietudini.
Morbide anche le intenzioni di Di nuovo tu, che si circonda di nuvolette sonore per un brano di passaggio. Altre pagine ha un ritmo più marcato, anche se non molto alto: le idee si fanno più oscure, i pensieri si affollano.
Una ricerca di innamoramento che però fa già largo alla depressione in DQCV (“Dimmi quello che vuoi”), alla presa con risposte ritardate e tattiche. Arrivano le Fragole e fanno rumore: uno scatto in avanti verso un pop-rock che rimane caso abbastanza isolato nel disco.
Con Paletta si torna allo zucchero, con un andamento oscillante e un’atmosfera fiabesca. Anche Niente è tutta popolata di tastiere lollipop, che alla lunga cominciano a essere un po’ troppo onnipresenti.
Decisamente più esplicita Vaffanculo, che esprime tutto il proprio malcontento, ma sempre con suoni gentili e lo stesso mood nel cantato. “Ti meriti le bombe” tra l’altro è una frase che, di questi tempi, si poteva anche evitare.
Il finale è altrettanto carico d’odio, ma sempre con il synth che zompetta allegro: Ti odio/Mi ammazzo porta a estreme conseguenze il rapporto che evidentemente ormai è arrivato al capolinea.
sereno sceglie sonorità abbastanza easy per raccontare una storia sincera e sicuramente dolorosa. Forse qualche asperità sonora in più avrebbe giovato e avrebbe reso il disco un po’ più aderente ai sentimenti espressi.
Genere musicale: indie pop
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