Sgrò: l’intervista #senzacontesto
Le piante è l’ultimo singolo di Sgrò, cantautore toscano che per coerenza ha trasformato il proprio sito in una rivista botanica. Gli abbiamo rivolto qualche domanda #senzacontesto.
Il disco che più ti ha segnato come artista nel 2020.
Che domanda è? Un po’ difficile, no? E poi mica mi sento un artista, io. A ogni modo, non sono stato segnato da nessun disco, però mi piacciono moltissimo tutti quelli in cui sento un’urgenza comunicativa. E per fortuna ce ne sono parecchi. Così, pensandoci un po’, mi viene da dirti il primo di Generic Animal o anche “Aletheia” di Izi.
Il film che hai guardato da solo durante la quarantena.
Ne ho guardati tanti, e tutti da solo. In quarantena ho riscoperto i film, sai? Erano 2 o 3 anni che non andavo quasi più al cinema, ho sempre amato molto il cinema, ma gli ultimi due o tre anni ho abitato la canzone “Mambo” di Lucio Dalla e mi avrebbero cacciato dal cinema se fossi entrato. Da marzo a maggio ho visto davvero dei bei film, mi sono commosso moltissimo. Uno che mi è piaciuto, e che erano anni che avrei voluto vederlo ma sentivo che mi avrebbe spezzato, è stato “The Lobster”. Lanthimos è un idolo numero uno.
La canzone che ti ricorda l’ultima volta che sei stato innamorato.
Penso di non aver mai pensato “oggi sono innamorato”. Di sicuro lo sarò stato, ma non me lo sono mai detto. Son fatto così. A ogni modo, ritorno al dicembre di qualche anno fa, al primo dicembre, ed era davvero “il nostro dicembre” di cui canta Capossela in “Sante Nicola”. Ora piango.
Quel libro che devi leggere, ma che non ti ha mai convinto abbastanza.
Dai, non esistono libri che devo leggere. Non sento nessun dovere. Mi piacerebbe prendermi del tempo per leggere “Storia di una colonna infame” di Manzoni. È stato sul comodino per molto tempo. Non riesco ancora ad aprirlo, ma ho una gran voglia di leggerlo, anche perché i “Promessi sposi”, che ho letto appena laureato, quindi molto tardi, sono la next big thing della musica italiana.
Una foto senza nessun tipo di contesto.
La foto di un cane bianco e peloso che tenta di mordere la palla da basket con cui stavo giocando.