SHORTRAKS: tre (piccole) recensioni per te

TRAKS torna a proporti SHORTRAKS, tre recensioni in breve di dischi che potrebbero esserti sfuggiti. A questo giro tocca a Two Birds One Stoned, Margareth, Last Resistance.

Two Birds One Stoned, Cross

two birds one stoned, shortraksI Two Birds One Stoned, duo garage/blues di Treviso vogliono esprimere tutto questo nel loro secondo ep Cross, una sorta di messa in musica delle proprie emozioni, un esorcismo dei propri disagi. Si parte con idee decisamente garage e con Hard Times, rumorosa e un po’ sgangherata, ricca di energia blues. Oh, Father si permette un atteggiamento più ironico, a mostrare anche lati meno “integralisti” della band. La title track Cross si distingue per essere molto “risonante” e piena (un po’ in stile Black Keys).

Si prosegue con ‘Bout a Woman, punto centrale e solido dell’album. By My Own sviluppa dosi consistenti di potenza ma con un sentimento quasi spensierato.
Il rumore non cala con Ride the Wave, che ha ritmi più allentati e spazio per discorsi sia elettrici sia melodici, ma sempre visti attraverso un vetro sporco. La chiusura è una sfocata Blur, che assomiglia a una ballad, pur carica di elettricità come sempre. Buon ep per i Two Birds One Stoned: tracce sporche, blues e rock in abbondanza, un certo modo di fare le cose alla vecchia maniera ma senza perdere di vista le ultime tendenze garage, la band cercava una conferma e l’ha ottenuta.

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Margareth, Run

Cinque anni dopo Flowers, e a sei di distanza dall’ultimo album Fractals, prodotto da Giovanni Ferrario e registrato da Marco Tagliola, i Margareth tornano a pubblicare canzoni con Macaco Records. I quattro ragazzi mestrini hanno alle spalle due tour nazionali e tedeschi e partecipazioni a festival come MiAmi e Sexto ’Nplugged. Esperienze che vengono condensate nelle cinque canzoni di Run, un ep ricco di idee e di suoni, ulteriore passo in avanti di una band che – soprattutto in ambito discografico – ha voluto dare solo il massimo. Un lavoro al quale non seguirà un tour, in quanto la band ha deciso di prendersi una pausa.

Si parte da Run, title track soffusa e gentile, in linea con tendenze internazionali contemporanee. Più appuntita e tagliente una Closer che ragiona su ritmi irregolari e piccoli cambi di scenario, pur senza perdere in gentilezza nel cantato e gusto per la melodia. In Black Walls emergono sensazioni sintetiche che punteggiano il percorso, prima di un esito sfumato e psichedelico. Si prosegue in ambito sognante con The Coldest Winter, che ha sentimenti espressi in modo piuttosto british, e un mondo di piccoli suoni pronti a esplodere appena sotto la superficie. Si chiude con Treeline, costruita su una linea di pop melodico e acustico e poi arricchita di elettronica non invadente. La coda del brano lascia spazio a un’uscita dreamy. Disco ricco di sensazioni, quello dei Margareth, attento ai particolari e costruito con molta attenzione.

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Last Resistance, A World Painted Gray

I Last Resistance pubblicano l’ep A World Painted Gray, un lavoro da quattro canzoni che si colloca in ambito metalcore. Dietro i Last Resistance si celano i fratelli Vito e Mino Mingolla, Andrea Caiulo, Lorenzo Valentino e Luca Greco. La band è nata nel novembre 2013 ma arriva oggi all’ep d’esordio (dopo un demo pubblicato nel 2014). Sulla copertina sono disegnati dei palazzi che identificano l’idea di una città ordinata dipinta di grigio che rappresenta la società odierna, ormai abituata alla presenza dei comportamenti tossici descritti nei brani dell’ep. Il retro dell’artwork, invece presenta la stessa città, ma in rovina, mostrando quindi la vera faccia di questa civiltà, demolita dagli atteggiamenti anti-virtuosi.

Si parte da Karma Violence, che ha un ingresso a ritmi controllati, ma presto il furore arriva: il drumming si fa fiammeggiante, la voce si rivela gutturale (anche se alternata a un cantato più “normale”), le chitarre si prendono la scena. Misfortune parte a spron battuto fin dai primi passaggi, con un ritmo molto più vicino all’hardcore, anche se poi il brano prevede ampie volute quasi melodiche. Si viaggi a sui contrasti anche con una voluminosa Point of no return, molto ricca di battiti pesanti. L’ultima traccia dell’ep è Enslaved: partenza oscura e mediata, esiti roboanti che arrivano quasi naturalmente. Quattro brani molto coerenti ed efficaci per i Last Resistance, che arrivano all’ep con piena consapevolezza dei propri mezzi e dei propri obiettivi.

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