Torna SHORTRAKS, che questa volta prende in esame tre ep. Le recensioni di giornata comprendono i dischi di Di Viola Minimale, Roberto My, Luce.
Di Viola Minimale, La Dinamica degli Addii
Quarto lavoro in studio dei Di Viola Minimale, La Dinamica degli Addii è un ep da sei brani che ha per motivo centrale la tematica del cambiamento. A partire da L’anamnesi, brano per certi aspetti anche potente e vibrante, con aspetti che chiamano in causa sia la canzone d’autore sia il rock italiano degli anni ’90. I campi delle imperfezioni è un brano molto omogeneo e con pochi strappi, che qui e là può far pensare ai Marlene Kuntz.
C’è inquietudine che serpeggia e tambureggia alla base di Torneremo a vivere, piuttosto ruvida. E c’è inquietudine anche nella title track La Dinamica degli Addii, che ondeggia molto facendosi ipnotica. Più rumorosa, senza essere troppo diretta, La Trappola, breve figlia di un certo tipo di noise. Tutt’altre idee quelle di Realmente Noi, molto dolce e suggestiva, con qualche riferimento psichedelico. Scelte sonore spesso originali quelle dei Di Viola Minimale, che condensano talento e buone idee in un ep potente e sfaccettato.
Genere: rock alternativo
Roberto My, Flares
Esce su etichetta I Dischi del Minollo Flares, il disco che segna il ritorno alle scene di Roberto My, già attivo negli anni ’90 e inizio del nuovo millennio con i Volcano Heart. La prova da solista si apre con Motherland, pezzo piuttosto vivo ma morbido e intriso di influenze anglosassoni. World of Sound è una canzone da corsa, energica ma anche capace di rallentare al momento giusto.
Più calma ma senza essere ferma Last summer ruins, con la chitarra in buona evidenza e qualche sapore notturno in circolo. C’è molto rock americano e un po’ di sensazioni post grunge all’interno di My sign on you. Il pezzo ha una lunga coda che lascia largo spazio agli strumenti, debordando quasi in ambiente jazz. Black Sky assomiglia a una ballad a più strati, in cui a guidare è la chitarra. Accordi ripetuti a giro aprono Congo, chiusura strumentale dell’ep. Un lavoro potente e plastico, quello di Roberto My, che padroneggia bene canzoni e suoni, ottenendo un ep molto rotondo e levigato.
Genere: rock
Luce, Bevimi
I Luce pubblicano il proprio ep d’esordio, Bevimi, registrato e prodotto presso gli studi Goldmine Records. Il concetto che il lavoro vuole trasmettere è la rappresentazione di una liquidità che si evolve in una metamorfosi, traccia dopo traccia. Si parte così da 7-8-9, un conteggio elettrico e ricco di contrasti. Le sonorità sono quelle del rock alternativo, coem conferma anche la seguente Giochi di ruolo, pur più inclinata verso il blues.
Lazzaro va anch’essa in direzione rock blues, con un giro di carattere forte e di elettricità consistente. Ecco poi il singolo, Sing: la la la, che a dispetto del titolo garrulo è un pezzo molto determinato e aggressivo, anche un po’ sporco. Si chiude con la title track Bevimi, che apre di chitarra elettrica e adotta ritmi cadenzati, sempre senza togliere spazio alla voce. Buona prova per i Luce, che esordiscono mostrando fin da subito una personalità ben distinta e intensa.