Sixteen: il coraggio di chiudere tutto in una canzone

Domenico Lovicario in arte Sixteen (Altamura, 29 marzo 1995) è un rapper italiano. Ipocondria è il suo nuovo singolo, una narrazione di un malessere che si è verificato davvero e che ha trasformato in hip hop. Ecco la nostra intervista.

Ci racconti chi sei?

Sono Domenico, un ragazzo di 25 anni, pugliese, ipocondriaco e un po’ matto.

Dedicare un brano all’ipocondria in tempi come questi va al di là del discorso di “aderenza all’attualità”, anche se poi non parli soltanto esattamente di malattia. Mi dici come nasce il brano?

Il brano “Ipocondria” nasce da un’esperienza in particolare, da cui ne sono poi derivate altre. La canzone è uno storytelling e parla chiaramente di attacchi di panico e di ansia.

Ero a casa del mio ex-produttore a Torino e non riuscivo a sentirmi all’altezza, ad assumermi pienamente le responsabilità di un adulto. Dopo essere tornato a casa ho trovato il coraggio di chiudere tutto in una canzone.

Ero in ospedale, dovevano operarmi in gola (immagina per un cantante cosa può diventare questa esperienza) e stessa cosa: ansia a non finire. Dopo essere ritornato a casa ancora una volta ho deciso di finire il mio brano.

“Ipocondria EP” è anche il tuo nuovo lavoro, in uscita il giorno del tuo compleanno. Ci anticipi come sarà?

Amo con tutto me stesso questo lavoro. Non esiste una traccia simile a un’altra, rappresenta ogni sfaccettatura di me stesso. Da quando sono arrabbiato, triste, depresso fino a quando sono forte e sicuro di me. Mi sembra di aver dato alla luce un figlio.

Sui social ogni tanto pubblichi video di freestyle. E’ un divertimento o un modo per tenere i contatti con i tuoi fan?

Un po’ tutte e due, diciamo che cerco di fare tutto in maniera professionale, curando ogni dettaglio, ma quando mi girano e voglio solo pensare alla musica (dato che oggi sono anche manager di me stesso) allora pubblico freestyle e cose così.

Tre nomi di rapper italiani che ti piacciono?

Mezzosangue, Mostro, Rancore. (la felicità proprio)

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