Someday, “Una giornata breve”: la recensione

Una giornata breve è il secondo lavoro discografico dei Someday, registrato al Garage Ermetico di Collegno (TO), con la produzione artistica di Cristiano Lo Mele dei Perturbazione. Sei brani cantati in italiano, che mixano progressive e alternative rock in puro stile anni ’90, per sei racconti di vita quotidiana velati di inquietudine.

Someday traccia per traccia

Si parte da Weekend, con un testo sul filo della pazzia, e con sonorità rock ruvide, levigate un po’ dal synth.

Dialoghi fra elettronica e un basso particolarmente attivo si registrano in Principi e principesse, scorci di una vita superficiale osservata dall’interno.

Picchia duro, anche a livelli profondi, Quello che mancava, che parla di incubi, con un drumming particolarmente robusto.

Altre vite è più moderata, ma più inquietante, con tastiere che fanno pensare a qualche horror antico, superate poi dall’attività di chitarra e voce.

Parte tranquilla ma si imbizzarrisce in fretta Bambino+Caffè, che mostra molte delle scissioni intime della band.

Il disco si chiude con Sentire, anch’essa costruita “in aumento” ma molto più graduale e senza strappi troppo bruschi.

Lavoro di ottimo livello dei Someday, capaci di proporre una miscela sonora di ottimo livello, mantenendo la centralità per testi intelligenti e ben scritti.

Genere: rock alternativo

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