Gli Spread sono una band bergamasca che dopo diversi live e un demo autoprodotto, nel 2009 presentano il primo album Anche i cinghiali hanno la testa, un disco con sonorità che spaziano dal grunge allo stoner.

Dopo C’è tutto il tempo per dormire sottoterra (2011) disco completamente differente dal precedente, con una vena spiccatamente progressive/sperimentale, si sono lanciati in un lungo tour che li ha portati per 2 anni sui migliori palchi italiani.

Dopo una lunga pausa, gli Spread sono tornati con un nuovo disco registrato e mixato da Alberto Ferrari. Vivi per miracolo include dieci nuovi brani e uscirà il 30 marzo 2018 per l’etichetta GoDown Records e distribuito da Music For The People.

Spread traccia per traccia

Si parte da Trumpolino, che presuppone fin dal titolo uno sguardo piuttosto ironico sulla realtà contemporanea, e che dal punto di vista sonoro mescola sensazioni di provenienza varia, ma comunque tutte piuttosto furibonde.

Invece Sottinsù scivola via molto più liscia, con un velo di zucchero vintage; ma la seconda parte si dimostra molto meno tranquilla, confermando l’attitudine battagliera e la predisposizione alla mescolanza dei generi propria della band.

Koskoosh suona forte, ma il carattere del pezzo è piuttosto gentile, anzi quando entra la chitarra ci si rende conto di una certa vena quasi malinconica. Influenze progressive e alterazioni vocali offrono al brano prospettive di tipi differenti.

Si prosegue con una più morbida, e un po’ zappiana, C.C.N.N.P.P., che ha comunque in serbo cambi di passo e follie assortite, stavolta guidate dalle tastiere. Cifre uniche sceglie un groove molto funk, che però non investe tutta la canzone, sottoposta anche in questo caso a cambiamenti e a multiformità.

Con C’è chi non lo sa ci si trova di fronte a un brano più breve e compatto, ma folle dalla prima all’ultima nota, con forti sentori mediterranei. Fedora ha un corpus melodico cospicuo, il che non la mette al riparo da deviazioni continue, di nuovo in campo prog.

Spaghetti aglio e odio sfora decisamente in campi come lo stoner, ma sempre in modo decisamente fuori dalla norma, inserendo anche pause quasi swing. Come nuovi sembra più moderata, il che non significa meno rumorosa, ma con un giro di basso molto vivo; certe movenze, associate al falsetto, fanno quasi pensare alla disco dance, ma come sempre è una delle molte facce della canzone. Fuoco di paglia chiude il disco con l’ormai abituale saliscendi di sonorità, emozioni, toni.

Gli Spread mettono su disco una fantasia notevole, una consistente abilità a livello strumentale, ma anche una padronanza dello spartito che si direbbe assoluta.

Se ti piacciono gli Spread assaggia anche: Universal Sex Arena

Pagina Facebook

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi