Stefano Bruno: l’intervista #senzacontesto

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere, rigorosamente #senzacontesto, con Stefano Bruno, cantautore di Milano che ha di recente pubblicato il suo disco d’esordio dal titolo Per Le Strade Del Cielo. Canzoni da cameretta che prendono finalmente forma. Ecco cosa ci ha raccontato.

Ciao Stefano. Questa sarà un’intervista un po’ atipica: ti verrà chiesto di elencare e commentare cinque cose. Cominciamo:

Il disco che ti ha più segnato nel 2020

Che vita meravigliosa di Diodato. E’ un disco che mi ha segnato e in qualche modo mi ha dato la scossa per uscire dal guscio ma anche quella serenità di andare dritto per la mia strada. E’ un disco che resterà, perché fuori dal tempo. Moderno, ma che richiama valori e atmosfere di altri tempi.

Prima pensavo di non essere mai abbastanza e mi nascondevo sempre, anche quando invece avrei potuto oscurare gli altri. Fai rumore invece ha riportato ordine e il messaggio è che si può fare rumore in modo semplice e deciso, anche senza troppa cagnara.

E’ un artista che ha riportato la musica al centro e lo dimostrano anche le copertine dei singoli e degli album e la sua umiltà. Merita tutti i premi che ha vinto e il successo che sta avendo, rovinato soltanto da questo maledetto virus.

Il film che hai guardato da solo durante la quarantena

Taxi Driver. In un periodo così distopico, dove perfino il mondo è stato costretto a fermarsi. Anch’io come Travis / Robert De Niro sentivo un bisogno disperato di ordine e di disciplina dentro di me.

La canzone che ti ricorda l’ultima volta che sei stato innamorato

Wild World di Cat Stevens. In particolare, adoro la versione riproposta nella serie tv Skins; una chicca impreziosita dal dramma interiore di ogni personaggio e dalle voci amalgamate. Struggente e da brividi… Ogni volta che ti innamori è come se fosse sempre la prima. Soprattutto quando passa tanto tempo.

Quel libro che devi leggere ma che non ti ha mai convinto abbastanza

Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Dopo aver visto You, immaginerò una trama più noir e magari la terza volta che lo rinizio sarà quella buona per terminarlo.

Credo sia colpa della scuola se non sono mai stato un gran lettore. Ho sempre vissuto la lettura come un peso da fare oltre ai compiti. Perciò ho iniziato ad apprezzarla solo quando ha smesso di essere un’imposizione ma è diventata una scelta di libertà. Anche grazie all’arte e alla musica.

Una foto senza nessun tipo di contesto

AGOSTO 2013 - Karma, Borgo dei sensi o come cavolo si chiama
Agosto 2013 – Karma, Borgo dei sensi o come cavolo si chiama

Come trovare pace in mezzo al caos… Il contesto di confusione e barbara competizione continua genera rabbia, frustrazioni, mancanza di autocontrollo; poi degenera in risse e disordini sociali e a farne le spese è il primo disgraziato che capita sottomano.

In mezzo a tutto questo cerco un rifugio, calma e tranquillità, proprio all’epicentro, nell’occhio dell’uragano. Non sono mai stato frequentatore abituale di discoteche. Raramente ci andavo anch’io con gli amici, soprattutto in estate o in vacanza per rompere la routine e fare qualcosa di diverso in questa “Milano da bere”.   

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