Stramare: Insieme a nuove canzoni, nuovi strumenti, nuovi amici, in crescendo
obliquo. è il nuovo disco firmato dal cantautore piemontese Stramare: gli abbiamo rivolto qualche domanda.
Parto subito forte e ti faccio quattro domande in una: ci racconti chi sei, perché hai scelto questo pseudonimo, cosa rappresenta la copertina del disco e qual è il significato del titolo?
Io sono Stramare e vengo da un paesino vicino a Ivrea in mezzo alle campagne, Stramare è il cognome di mia mamma e me lo porto in giro, ho scritto un disco che si chiama obliquo. è una postura, per quanto riguarda la copertina, mi rappresenta, sono il computer e il
polpo, carne e macchina, me la sono sognata, un tentacolo cercava di trascinarmi dentro non so dove.
In che atmosfere e con che tipo di ispirazione hai realizzato “obliquo.”?
Ho scritto il disco in un periodo di passaggio, stavo cambiando casa e infilavo il telefono fra gli scatoloni per registrare le idee per le canzoni, c’era un sacco di polvere e si starnutiva molto, il turbinio era quello che sono stati il 2017 e il 2018 per me, finivo l’anno dei vent’anni e scrivevo un disco.
Mi sembra ci sia una voluta atmosfera vintage nelle sonorità del disco: ci spieghi le motivazioni di questa scelta?
Avevo la visione di scrivere un disco di canzoni, con tutti i cliché del caso, volevo che si respirasse a tratti un’atmosfera anni Sessanta, da cantante confidenziale quasi, poi frullando tutto a caso altre influenze si sono incastrate e i pezzi hanno assorbito diversi sapori.
Qual è il brano a cui sei più legato?
La canzone a cui sono più legato è Preludio, pur essendo il primo brano è l’ultimo che ho scritto, ed è la canzone che sento più vicina al me di ora, sia come testo che come musica non cambierei nulla.
Come vedi il tuo progetto musicale da qui a cinque anni?
Insieme a nuove canzoni, nuovi strumenti, nuovi amici, in crescendo.