Il 29 ottobre è uscito STOP, il nuovo disco del rapper Strappo. Otto brani in cui l’artista si racconta e descrive il mondo che lo circonda tramite il suo punto di vista. Il disco è stato anticipato dal singolo Tutto quello che ho dentro, brano in cui Strappo mette nero su bianco la propria frustrazione e il dolore. Ecco la nostra intervista.

Ciao, ci racconti a che punto è il tuo progetto musicale?
Il mio ultimo progetto musicale STOP lo posso considerare un nuovo inizio. Mi sono spinto molto cercando di essere me stesso più possibile esprimendomi attraverso la musica. Dopo circa una settimana dall’uscita, ho notato molto interesse di fronte a questo disco. Sinceramente non me lo aspettavo.

Il tuo nuovo album si intitola “Stop”: che cosa vorresti fermare, in particolare?

STOP nasce dall’idea che tutto il mondo si è fermato a causa della pandemia. Nel mio caso è stato uno Stop che parte da un blocco interiore. Ho voluto sbloccare emozioni, sentimenti e stati d’animo che provavo  in quel periodo.

Nel disco ci sono storie di vita quotidiana ma anche pezzi di critica sociale. In che vesti ti senti più a tuo agio?

Mi sento a mio agio in tutti e due i casi, sono una persona molto diretta e sincera. Se qualcosa non mi va bene la esprimo senza particolari problemi.

“Preghiera” è un dialogo diretto con Dio. Sei credente? Che rapporto hai con la spiritualità?

Sì esatto, è un dialogo diretto con Dio. Sono molto in conflitto con lui. Sono un credente a modo mio. Non sono di certo quello che va a messa, per me i preti  non hanno nessuna importanza religiosa. Non credo nella Chiesa. Credo che esista una spiritualità , la possiamo chiamare in qualsiasi modo, un qualcuno di superiore che ha creato tutto quello che ci circonda e che comanda le nostre vite. Mi sembra egoista pensare che tutto sia nato dal caso. Nulla nasce dal caso. Penso che qualcuno esista.

Che progetti hai per finire il 2021?

Per finire il 2021 siamo all’opera per far uscire un videoclip e poi chi sa cosa succederà nel 2022.

Pagina Instagram Strappo