Esce oggi, venerdì 21 febbraio, su tutte le piattaforme digitali Piccoli Boati (Sugar), il primo ep di Tananai, giovane cantautore milanese.

Piccoli Boati, come tutto quello che di buono mi è successo negli ultimi anni, nasce di notte e deriva da un’incomprensione, una curiosità. Era tardi, avevo appena inviato un nuovo pezzo a Giorgia, la mia manager, che mi ha risposto mezza addormentata dicendo che le piacevano “quei piccoli boati” del vocoder usato nella canzone”

“Piccoli Boati” significa tante cose: è un ossimoro e una sinestesia, il risultato di notti insonni e sacrifici. Queste canzoni descrivono il mio quotidiano, sono leggere ma allo stesso tempo profonde: la vita di tutti i giorni è la cosa più importante che abbiamo e determina la persona che sono diventato.

Tananai traccia per traccia

L’ep si apre con Seno sinistro, una richiesta piuttosto imperativa, quasi una necessità fisica esplicata con modi molto indie e con parecchio synth.

Una chitarra insistente e un vinile che frigge sullo sfondo di 10K scale, altro pezzo con un’aura piuttosto depressa e con un testo discretamente torrenziale.

E a proposito di depressione ecco Giugno, singolo già in giro da qualche tempo, che non ha niente di estivo ma accompagna verso sentimenti di distruzione gentile.

Eccoci a Paglie, arrotolata intorno aqualche accordo di chitarra e a sonorità gentili e malinconiche. E Tananai che si sente sotto il sole come un Kinder Fetta al latte.

Leggermente più appuntita Bidet (e altre scuse per mancarsi), soprattutto per quanto riguarda i suoni piuttosto scoppiettanti.

Si chiude in modo ancora più intimo: ecco Saturnalia, avvolta in una sfera cupa, gentile e oscura, adatta a indicare l’uscita dall’ep, con tanto di armonica a bocca.

Sonorità omogenee e perfettamente in linea con i tempi per l’esordio di Tananai, che sull’onda dei singoli già noti prosegue a definire uno stile plastico e morbido, con risultati di buon sapore.

Genere: itpop

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