Mappa di ogni corpo è l’opera prima del cantautore, produttore e musicista Tancredi Bin. Un processo contemplativo per
indagare la verità sull’anima e suo corpo. Ad accompagnarlo un alt rock organico e psichedelico, con un’attitudine analitica, tra field recording e introspezione.

“Mappa di ogni corpo” è un disco che nasce dai limiti materiali che avevo e che ho ancora. Dopo anni passati a scrivere musica al di fuori delle mie possibilità, mi sono fermato, ho respirato e ho deciso di partire da zero, e scrivere un disco di cui potessi registrare delle demo precise, con gli strumenti che avevo, la voce che ho, da solo. Sebbene alla base non ci fosse un concept, c’era un’idea di come sarebbe dovuto suonare. Tuttavia, più andavo avanti più i testi che venivano fuori spontaneamente rivelavano che in realtà stavo parlando di qualcosa di preciso, un ragionamento coerente che si stava dispiegando lungo le tracce

Tancredi Bin traccia per traccia

C’è Qualcosa Che Freme apre il disco con piccole vibrazioni e loop che si muovono su un panorama che apre minimal e poi cresce in un climax quasi inarrestabile.

Un giro di chitarra piuttosto ossessivo introduce a Il Piacere, scritto dannunzianamente maiuscolo, per un passaggio breve, che fa da preludio a un altro simil-intermezzo come Nei Polmoni.

Molto più estese le escursioni strumentali ed esplorative di Sul Letto il Piano Astrale, che arriva circa a metà prima che la voce aggiunga uno strado morbido alle articolazioni ritmiche, molto cangianti e inquiete.

C’è un risveglio graduale che si registra in Una Rivelazione, che lavora su un materiale spirituale e molto etereo, quasi fatto di nuvole. Muta è altrettanto morbida ma entra in conflitto con strati più materiali, a raccontare una nascita, comunque con toni molto soft.

Si arriva All’Apice per un pezzo quasi rumoroso, sicuramente dagli orizzonti sonori molto vasti e con la batteria che si prende spazi significativi, per accompagnare una crescita sonora importante.

La Mia Testa è un Buco Nero si immerge in abissi profondi ma non spaventosi, anzi piuttosto confortevoli. Un po’ più strutturato il percorso di Il Pensiero come Scoria, che parla di macerie e si comporta come se dovesse circumnavigarle.

Un’altra immersione liquida è rappresentata da In Profonda Contemplazione, lungo excursus in cerca di solitudine e bellezza, accompagnato da numerosi scintillii e qualche pausa meditativa. Quasi celebrativo il finale di Tutto in Oro.

Bel lavoro d’esordio per Tancredi Bin, che segue piste alternative e personali per disegnare prima di tutto panorami sonori, e poi canzoni. Il disco che ne risulta è un viaggio ricco di sensazioni differenti, tutte nel range del morbido, tutte molto confortanti e appaganti.

Genere musicale: alternative, ambient

Se ti piace Tancredi Bin ascolta anche: Iosonouncane

Pagina Instagram Tancredi Bin

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