Esce autoprodotto il primo omonimo ep dei romagnoli Tensor, duo strumentale composto da Marco “Benny” Pretolani e Matteo Castagnoli, musicisti con grande esperienza alle spalle. Il primo è la colonna portante di band come The Good Fellas, Benny And The Cats e The Indians. Il secondo abile manipolatore in progetti quali Dang Dang, Nation of the Reverbs e Schwarzlicht.
Quella dei Tensor è una miscela sonora che riprende le atmosfere anni Novanta del più classico trip hop inglese, ma contaminata dal sapore di salsedine adriatica. Un suono di sax che ricorda i grandi interpreti r’n’r degli anni Cinquanta in contrasto ai beat delle drum machine elettroniche. Beat elettronici che scandiscono il tempo come fossero groove ipnotici mentre chitarre e clarinetti recitano melodie scritte e dedicate ai migliori compositori italiani di musica da film.
In anatomia il tensore è un muscolo volontario o involontario che ha la funzione di tendere un organo. Quello nell’orecchio, distende la membrana del timpano, migliorando la percezione dei suoni acuti.
Questo disco nasce durante le nostre forzate solitudini. Ascoltarlo nella sua concretezza ci riporta a quei momenti e ci dà la possibilità di capire, a distanza di tempo, quanto questo disco sia stato importante per noi che l’abbiamo così tanto desiderato. Ci ha aiutato, sostenuto e dato la possibilità di conoscerci. Era per noi importante che non rimanesse nascosto, per noi è importante condividerlo. Sognarlo insieme
Tensor traccia per traccia
Passo molto ragionato quello su cui si apre Awake, la prima traccia dell’ep. Ma presto il pezzo inizia a inalberarsi, pur rimanendo morbido. Sonorità fiorite si alternano a glitch e piccole frizioni di sapore industrial, in un’aria melodica complessiva molto accogliente.
Titolo funereo ma atmosfere dolci quelle di Death Piano, che lavora sulle note alte per fornire una prima parte del brano molto eterea. Ma piano piano un ritmo continuo e insistente si fa spazio, creando ulteriori movimenti nel brano, che rimane soffice pur accogliendo elementi molto più variegati e strutturati.
Titolo particolare ed evoluzione altrettanto in Dub for Margarito, che insieme al dub inserisce elementi di electrotango, in un mare di risonanze ed echi, tenuti insieme da una linea melodica e ritmica molto determinata.
Si scioglie in morbidezze più ovattate Granular Dream, che però cambia idee e sensazioni in corso, facendosi sempre più dreamy ed eterea, prima di riaccogliere ritmi consistenti.
L’ep si chiude con una suggestiva navigazione sul Vostok Lake, ricco di misteri e di piccole interferenze, che vanno ad arricchire un panorama vasto e curioso.
Con un connubio che si rivela subito produttivo e ricco di immaginazione, i Tensor riescono a proporre sull’ep d’esordio un sound coerente anche se sempre propositivo e fantasioso. Siamo curiosi di ascoltare eventuali ulteriori evoluzioni del duo.