E’ uscito pochi giorni fa Be More, il nuovo singolo di The Strikes. Il cantante Joe Croci ha appena 18 anni ma vanta già una certa popolarità e una bella serie di esperienze: un passato da singer songwriter folk per i vicoli cittadini dell’Italia settentrionale, un bel percorso a The Voice nella squadra di Dolcenera e, con gli Strikes, l’apertura ai Placebo durante l’ultimo Collisioni Festival (decisamente niente male per dei ragazzi che non hanno ancora fatto la maturità). Abbiamo rivolto loro qualche domanda.
Mi raccontate la genesi di “Be More”, e anche qualcosa del video che vi vede protagonisti?
Be more è un pezzo nato per pura casualità, pochi mesi fa ci trovavamo con un EP all’attivo dalle sonorità molto simili all’indie rock degli Arctic Monkeys e dei Franz Ferdinand, ma sentivamo di dover fare un passo in più, di cercare sonorità più originali, più nostre, ed è qui che è nata Be More, da un semplice riff di chitarra sul quale poi abbiamo costruito l’intera canzone.
L’idea era quella di mantenere le nostre sonorità “sporche” ma nello stesso tempo aggiungere qualcosa di più ricercato. Riguardo al video, è stato registrato in un semplice garage sotto casa del nostro batterista, lo stesso garage dove tutte le settimane proviamo, ci sembrava il posto più adatto per il primo video di un nostro singolo, in fondo quello è lo stesso luogo dove è nato il pezzo.
Siete stati paragonati a band importanti anglosassoni. Ma i vostri gusti e le vostre radici musicali quali sono?
Innanzitutto essere paragonati a gruppi di quel calibro è una grandissima soddisfazione ma soprattutto un grande onore per noi. Essenzialmente noi tutti ascoltiamo vari generi di musica, per poi però avere quei 6 o 7 artisti in comunque che piacciono a tutti noi. Cerchiamo di non ascoltare un solo determinato genere o artista, ma di variare, in modo di non influenzare la nostra musica in un modo troppo marcato.
Che emozione è stata suonare in apertura dei Placebo al Collisioni Festival?
Be’, sembra quasi scontato dire che è stata una grande emozione e un grande piacere poter suonare su quel palco in apertura a un gruppo storico come i Placebo, è stato difficile realizzare che avremmo aperto il concerto di uno di quei gruppi che ascoltavamo da più piccoli.
È stata una bella esperienza ma soprattutto formativa per noi e per la nostra musica, aver suonato quel giorno su quel palco ci ha fatto venir voglia di fare sempre di più e di dare sempre il meglio con la nostra musica. Per questo non smetteremo mai di ringraziare i Placebo che ci hanno scelti fra vari gruppi candidati ad aprire il loro concerto e lo staff del Collisioni Festival che ci ha dato questa grande opportunità.