Tobia Lamare, “Songs for the present time”: la recensione

Songs for the present time è il nuovo disco di Tobia Lamare. Un titolo che  vuole sottolineare la contemporaneità delle emozioni che hanno dato vita al disco. Si canta e si suona di amore, vita e morte, come nella migliore tradizione country o blues.

E’ stato registrato catturando il suono della Masseria con i suoi lunghi riverberi naturali e con la pietra e il legno che circondano le sue stanze e che ne danno un suono unico. I punti di riferimento riguardanti la produzione sono stati gli album “casalinghi” di Springsteen, Sebadoh, The Band insieme a quello che per Tobia sono stati sempre artisti di riferimento come i Cure, Dinosaur Jr, Bob Dylan, Van Morrison.

Tobia Lamare traccia per traccia

Con una ritmica e dei suoni che non possono non far pensare al Dylan di Like a Rolling Stone, il disco si apre con Dada.

Si cambia ritmo e atmosfere con Vampires, vampiri leggermente blueseggianti ma con qualche influsso reggae e l’immancabile armonica a bocca.

Morbida e avvolgente, con qualche qualità malinconica ma anche una certa stratificazione sonora che prevede chitarra, fiati, qualche distorsione, ecco Endless.

Dissonanze forti introducono alla seguente The Big Snack, che parte da lontano per installare ritmi efficaci e intensi.

Si marcia a ritmi sostenuti con Ode to the West Wind, che ha suoni più da big band soprattutto grazie al dialogo tra fiati e chitarre.

Il disco scivola veloce e liscio, così si arriva rapidamente a Love Means Trouble, con qualche retrogusto western e un drumming nervosetto.

Lost without you si incammina verso strade un po’ dolorose, ma senza perdere troppa serenità e guadagnando energia da un assolo di chitarra.

Ritmi ammorbiditi e atmosfere moderatamente solari quelle di This Road, con i fiati che aprono la scena.

Acustica e corale, e anche un po’ accorata, ecco poi My Flavia, persa dietro “big blue eyes”.

Ultimo discorso, curiosamente synthetico, quello di Higher, posta in fondo più come bonus track che come chiusura ideale del disco, da cui si stacca non poco.

Disco particolarmente godibile, come detto che corre via in fretta e in maniera piacevole, quello di Tobia Lamare. Che apprende le lezioni dei grandi maestri ma riesce a plasmarle in base alla propria, spiccata, sensibilità.

Genere: songwriter

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