Si chiama Questa sera non esco il disco d’esordio di Trevisan. Nove canzoni di chiara impronta cantautorale ricca di storie intime ma con un atteggiamento non troppo rinchiuso in se stesso. Tra i collaboratori al disco: Alessandro Rossi alle chitarre elettriche (Verbal), Jacopo Moriggi (Hibagon), Sebastiano Ruggeri (Verbal, Pulsar Ensemble) e Marco Sacchitella alle percussioni e Maurizio Bonfanti al basso (Il Garage Ermetico). Alla produzione in studio Riccardo Zamboni (già produttore di Caso e Hibagon e chitarrista del Garage Ermetico) assieme a Maurizio Bonfanti.
Trevisan traccia per traccia
Il mio disco nuovo apre la faccenda, con evidenti tratti cantautorali e autobiografici, che si sposano con idee musicali tranquille sulle prime. Poi però ci si lascia trasportare dai loop e dal rancore, che emerge soprattutto grazie a chitarre psichedeliche che si appropriano del finale. Zero invece mantiene la calma, mettendo maggiormente in evidenza le qualità del cantato di Trevisan.
Giuliana prosegue il percorso con modi semplici, ancor più essenziali che nei primi due episodi dell’album. E non si cambia troppo stile con Tredici, anzi il discorso si fa anche più doloroso, per lo più voce e chitarre. Tempo di riscuotersi con Sono meno, rock-blues leggermente alcolico ma ancora con tratti molto sofferti e sinceri, che per alcuni tratti potrebbe riportare alla memoria certi rocker mainstream emiliani, ma forse è soltanto il vestito della canzone.
Stasera non esco si presenta come un blues lento e forse scontento, almeno a giudicare dal cantato e dalla malinconia della chitarra. Si procede poi con Tom Waits, che fa riferimento all’omonimo e rauco cantautore inserendolo però in un contesto più springsteeniano, compresa l’armonica a bocca. Si chiude con la cover di Olympia, Wa. dei Rancid, resa ancora una volta in versione voce e chitarra.
Piace la sincerità di espressione, che a volte giunge fino a mettersi a nudo, di Trevisan. Le scelte sonore sono un po’ ripetitive in alcuni brani, ed è un peccato perché quando lo spartito cambia, soprattutto virando verso il blues, le qualità musicali di Trevisan offrono il meglio di sé.