Esce “Magical Animal”, il secondo ep di Tristitropici pubblicato da Slowth Records. Nel nuovo lavoro, la band prosegue la ricerca intrapresa dalla band intorno alla ripetizione e alle dimensioni percettive ed emotive che dischiude. L’animale evocato nel titolo è simbolo di questi spazi possibili, di un altrove che si manifesta nel suono.
Dal punto di vista musicale si tratta di un lavoro più articolato rispetto al precedente, nei riferimenti della scrittura, nelle forme adottate e nell’organico, con la presenza di una sezione fiati, del violino, del campionatore.
Tristitropici traccia per traccia
Il lavoro è introdotto da Tristitropici Opening Theme, una melodia morbida, in punta di synth, ancorché vagamente ipnotica e con una coda punteggiata dal drumming.
Voci lontane e un po’ fantasmatiche quelle che si registrano in Molle mare, che ha un piglio comunque robusto, soprattutto per quanto riguarda chitarra e sezione ritmica. Leggere sensazioni di jazz si coniugano con un po’ di rock di stampo 70s.
Animazione molto più viva quella che si incontra in Car sharing, che se la balla piuttosto allegramente mentre gli strumenti sfarfallano con una certa libertà. Qui l’impronta è un po’ più progressive, anche se senza insistere eccessivamente sugli stilemi classici.
Arriva il treno con Posthuman, ed è un treno di percussioni, che aprono un pezzo in cui la chitarra si prende i propri spazi, dominando apertamente la scena, senza timidezze.
Molto più tranquille le incursioni dei Cowboys, in un pezzo fluido che si anima particolarmente soprattutto nella seconda parte. A chiudere ecco Lemongrass, che ritorna sui sentieri del rock, conferendo ancora alla chitarra elettrica il ruolo di guida.
Ottimo lavoro quello dei Tristitropici, che in meno di venti minuti concentrano composizioni di qualità, scritte con pazienza ed eseguite con passione.
Genere musicale: post rock
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