Tropico, “Non esiste amore a Napoli”: recensione e streaming
Non esiste amore a Napoli (Island Records) è il debut album di Tropico, progetto discografico dell’autore e compositore Davide Petrella. Prodotto da Rosario Castagnola e Sarah Startuffo, Non esiste amore a Napoli è “tutta la vita che sono riuscito a mettere in un disco”, come afferma Tropico: quattordici tracce, tasselli diversi uniti dal fil rouge che lega storie d’amore finite a fuochi mai spenti di innamorati costretti alla lontananza. Un lavoro in studio cominciato nel 2019 proprio con la release del singolo che dà il titolo all’album e che ne sintetizza le atmosfere e le tematiche. Collaborazioni notevoli raccolte lungo la strada: Calcutta, Elisa, Coez e Franco126 fanno da controcanto a Petrella in quattro episodi dell’album.
“Posso serenamente ammettere che questo disco viene a liberarmi da tante paure e fantasmi personali. Mi piace parlare ancora di dischi, in un mondo di musica one shot. Perché un disco è un viaggio, c’è più vita. A ogni giro, a ogni disco, ho sempre paura che dopo non ci sia più niente. Quando ho trovato queste nuove canzoni, mi hanno aperto davanti un campo tutto nuovo, mi sono davvero emozionato quando ho capito dove mi volevano portare. Questo è il mio primo disco libero. Ci ho messo almeno 3 vite per arrivare fino a qui”.
tropico
Tropico traccia per traccia
Partenza morbida e un po’ languida per il disco: Carlito’s Way, al contrario del tesissimo film omonimo, disegna panorami accoglienti e piuttosto vintage, mentre il testo traccia traiettorie sentimentali.
C’è Calcutta per la title track, Non esiste amore a Napoli: Tropico ed Edro dialogano, con il cantautore laziale a prendere le redini all’inizio e poi a fare da contraltare in un pezzo piuttosto mosso ma agile, con caratteristiche molto pop. “Da Latina fino a Napoli/ovunque vada è sempre casa mia”.
Sonorità che fanno pensare a qualche periodo di Battisti in Geniale, che torna a farsi morbida e abbracciante, capace di allargarsi al momento giusto. “Ci siamo solo abbandonati all’idea/di non stare più soli”.
Echi di film lontani arrivano anche in C’eravamo tanto amati, che vede protagonista anche Elisa: la voce della cantante triestina arriva con calma, a infondere una tranquillità un po’ jazzata al brano, senza forzare ed entrando perfettamente nel contesto malinconico della canzone.
Tristezze alcoliche e consistenti, svolte su una linea di basso, quelle raccontate in Americano, cocktail di sensazioni per lo più amarognole e nostalgiche. Un pizzico di napoletanità (ma con riferimenti agli Smiths e citazioni da Willie Peyote) emerge in Dint O Scuro, quasi rappata, con riferimenti alla cultura pop continui e densi.
A metà disco si piazza Bambina, pezzo sciolto e con molto groove, appassionato ma sempre con un mood rilassato. Minor relax in Vasco, che è Rossi e non Brondi, per un pezzo con una certa concitazione cantato insieme a Coez. Una chitarra insistente e acida va a completare il discorso.
Non vogliamo diventare grandi apre di pianoforte e si appoggia su atmosfere soft, con gli archi sullo sfondo e malinconia che si taglia con il coltello.
Tempo di arrivare a Piazza Garibaldi, forte di oltre 800k ascolti su Spotify, anche grazie alla presenza di Franco126: emozioni in pista e cantato rapido, di nuovo il basso a inventarsi un giro battistiano, parole semplici e dirette per raccontare un amore.
Qualche eco, un po’ di evocazione e immagini fantasiose per Bambolina Voodoo, dolce e molto vintage, ma anche capace di cambiare ritmo e di acquistare parecchio swing.
Garage Days è il pezzo più strano e “libero” del disco, con alcune quantità di psichedelia sottotraccia, citazioni hendrixiane e un po’ di Beatles sparsi qui e là a manciate.
Le tendenze psych si diramano fino a Balaclava, altro pezzo piuttosto sognante. Si chiude con un’altra versione di Non esiste amore a Napoli, questa volta in solitaria.
Un debutto che non è un debutto “vero”, vista la quantità di lavoro, chilometri e collaborazioni che Davide Petrella alias Tropico ha alle spalle. Ma una rassegna di talento impeccabile, quasi un concentrato delle doti migliori che l’itpop ha saputo mostrare in questi anni: un disco che potrebbe anche diventare un punto di riferimento importante, in prospettiva.
Genere musicale: cantautore
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