TUM è l’avventura musicale da solista del cantante dei Pocket Chestnut, indie band che per 8 anni ha condiviso tantissimi palchi con artisti come Adam Green, Gang of Four, Chadwick Stokes, Poliça, The Veils e molti altri. TUM ha pubblicato il nuovo singolo DarKer, arrivato nel corso di un viaggio in India, e noi lo abbiamo intervistato.
Mi pare di capire che “DarKer” sia una canzone che “parte da lontano”: puoi raccontare qualcosa della sua genesi?
L’ho scritta con Garage Band tre anni fa, non mi ricordo quale sia stata la scintilla onestamente. Molto spesso accumulo pensieri e sensazioni che poi in qualche modo devono uscire. Ho passato un periodo della mia vita in cui correvo dodici chilometri ogni giorno, ero in formissima e scrivevo molte meno canzoni.
Adesso ho messo sei chili e scrivo almeno una canzone alla settimana. Parlano tutte della stessa cosa, è il concetto che Luc Boltanski esprime nello “spettacolo del dolore”, una lettura che mi ha ribaltato in un età in cui ero molto più ribaltabile… formidabili quegli anni.
Mi spieghi ragioni e risultati di questo tuo viaggio indiano?
Quando si viaggia cercando risultati forse non si è viaggiatori ma turisti, io cerco sempre in ogni modo di non avere aspettative e godermi i momenti uno per uno. E’ difficilissimo ma è l’essenza stessa del viaggio e forse anche della vita (sospiro).
Da ottobre a dicembre dello scorso anno mi trovavo in India: tre mesi per lavoro e la sera non avevo molto da fare, chiamavo i miei affetti con facetime e poi scrivevo canzoni. Mumbai ha 20 milioni di abitanti ma appena atterrato ho scritto un messaggio all’unica persona che conoscevo in quella città. Dan, un ragazzo indiano che ha studiato design qui a Milano e veniva spesso a sentire i concerti dei Pocket Chestnut.
Incredibile ma la sua casa era a cinque minuti a piedi dal mio albergo. Dan è un art director fighissimo, lavora tanto con la scena techno e mi ha presentato tantissimi artisti. Nei weekend andavo all’Anti Social, un locale bellissimo a Bandra e ho visto e conosciuto tante band della scena indipendente indiana… very funny.
Dobbiamo interpretare “DarKer” come preannuncio di un prossimo disco?
Sì certo, volevo dire: “Ciao, ci sono anche io”. Questo è il primo singolo e ne seguiranno altri tre prima di un disco vero e proprio. Non mi faccio tante menate con la musica, mi piace suonare con i miei amici e ci divertiamo. TUM non può esistere senza Stefano, Gabriele, Pietro e tanti altri.
Hai una notevole esperienza dal vivo ottenuta attraverso molti live. C’è un concerto che ti è rimasto particolarmente impresso? E per quale motivo?
Tutti le esperienze più fighe le ho fatte con i Pocket Chestnut, sicuramente posso dirvi che essere sul palco di Ypsigrock nel 2010 mi ha lasciato il segno. Suonavamo prima di Second Grace e Gang of Four, mi tremavano le gambe dalle 17 del pomeriggio…. E’ stato fantastico. C’è un video su youtube fatto dalla mia amica Valeria, quando mi sento così così di nascosto me lo vado a rivedere. Shhh non l’avevo mai detto a nessuno.