UNA, “AcidaBasicaErotica”: la recensione
AcidaBasicaErotica è il nuovo disco di UNA, registrato totalmente in analogico su un registratore a nastro Telefunken, con copertina un filo allusiva.
Marzia Stano in arte UNA ha suonato tutti gli strumenti (batterie, percussioni, bassi, sintetizzatori e voci) dando libero sfogo alla sua visione compositiva. Al suo fianco come produttore artistico Sergio Altamura (chitarre e programmazioni).
AcidaBasicaErotica è il titolo ideale che sottolinea la natura triangolare dell’album: femminile, non molle, ribelle, passionale ma anche razionale; di una vita in cui rabbia e tenerezza, male e bene evocati dalla metafora dell’acido e basico, trovano equilibrio nell’addizione e non nella sottrazione e da cui nasce un terzo elemento: la passione e l’erotismo, il corpo e la sua autodeterminazione.
“AcidaBasicaErotica è un disco disinteressato al sensazionalismo, intende parlare della donna ma non solo alla donna, vuole parlare agli adolescenti ma anche ai miei coetanei trentacinquenni e in tutti coloro i quali si riconoscono nella fluidità di genere, di età e di razza. Si rompe con l’eredità più folk dei miei due precedenti dischi solo per ricongiungermi con la mie origini più profonde dove l’ attitudine punk trova nell’elettronica la sua dimensione cinetica e nel Pop della forma canzone la sua cifra stilistica ideale”. (Marzia Stano)
UNA traccia per traccia
Vocalizzi aprono La chimica, in cui sono protagonisti alcuni dubbi sulla sessualità e alcune certezze sulla legge d’attrazione, in un’atmosfera soft pop con buone dosi di synth.
Ci sono invece voci filtrate e lontane in apertura a Sud di me, brano estivo con applicazioni geografiche, animata da un beat molto determinato.
Eretica scopre un lato sorprendentemente attento ad attualità e politica, fra citazioni da Madonna e sonorità ricche di riferimenti dance.
Più tranquilla e romantica Ti vedo in ogni cosa, lineare e con colori sfumati. C’è un’allegria piuttosto incongrua all’interno di Hikikomori (la definizione giapponese per la patologia degli autoreclusi), tra i pezzi più frizzanti e colorati del disco.
Baci a vanvera prosegue su tematiche pop, mentre dichiara la propria voglia di baci a prescindere. Ma è una copertura: la seconda parte del brano è decisamente più acida.
Malinconie francofone e melodie in punta d’archi per Marie, languida e dai singhiozzi lunghi. Tristezze e rimpianti in 2556, ballad struggente.
Si chiude con Per sempre, che torna a una certa voglia di divertimento, pur declinata in una specie di temperie emozionale contraddittoria.
Multicolor e poppettosa, UNA confeziona un disco fresco, vivace, spensierato a volte e pensieroso due minuti dopo, ricco di idee frizzanti, in grado di stare nello stesso scaffale con i migliori dischi pop di oggi.