Una giornata infausta, “Incubi senza horror”: recensione e streaming

Incubi senza horror è il nuovo disco della band abruzzese Una giornata infausta. Anticipato dai singoli Un viaggio infinito e Il Televideo, il disco nasce dal forte desiderio di sperimentare della formazione. L’album emerge da lunghe jam session che vedono il contributo artistico di tutti i singoli componenti della band.

I testi in italiano e un sound che spazia dal post rock all’alternative, passando per il prog sono gli elementi caratterizzanti del disco.

Una giornata infausta traccia per traccia

Si parte dal pianoforte de Il lampionaio di Breslavia per aprire il disco, con un incipit già inquieto di suo.

Più robusta e ruvida, ecco poi Sisma, molto rock anche se ammorbidita dall’utilizzo di synth comunque taglienti.

Uno dei due singoli, Un viaggio infinito, arriva poi ad alzare il livello di dramma, con gli archi all’inizio e poi con un fraseggio elettrico intenso.

Ed ecco l’altro singolo, Il televideo, più aggressiva e velenosa nei propri percorsi, con l’anima progressive che emerge soprattutto dalle evoluzioni delle tastiere e dai cambi di ritmo.

Si rientra in ambiti più melodici con Diverse dimensioni, che mette in evidenza il lato più melodico della band, benché qui e là qualche accelerazione trovi posto.

Invece Apparire torna a viaggiare tra i piani astrali, pur rimanendo legata a terra sia grazie alla sezione ritmica, sia grazie a un cantato quasi rap.

Virulenta attraversa momenti differenti, mantenendo il ritmo alto e la tensione a livelli intensi.

La lunga Viene consumato apre con moltissima melodia e malinconia, per poi raccogliere forza nel corso del processo.

Ci sono un po’ di Timoria vecchio stile a scorrere nelle vene di Neromantico, che assomiglia a un brano morbido ma inquieto, con finale tempestoso.

Si rallenta molto con Slacol, lungo strumentale di raccordo. Il curioso divertissement Nibiru contro Melancholia chiude il disco.

Un disco molto vecchio stile per Una giornata infausta, ma anche una manifestazione di consapevolezza, declinata in undici brani ben suonati e ben scritti, con una notevole varietà di atmosfere.

Genere: progressive, post rock

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