Foto e testo di Fabio Alcini

Clima accogliente e buon pubblico a ‘Na Cosetta, location romana di frequente passaggio indie che stasera ospita il concerto di Vincenzo Fasano. Il cantautore mantovano è in tour per presentare le canzoni del suo album più recente, Acquapunk, ma anche i brani dei due dischi precedenti di una carriera già molto ricca a livello di contenuti e produzione.

La formazione è a tre, con chitarra (Fender Telecaster) e violoncello ai lati di Fasano, ma si parte con il solo violoncello a fare da introduzione solitaria. Vincenzo e il suo cappello nel frattempo sono nascosti fra le ombre del locale.

Parte da Ed io, canzone che si alza piano ma con forza. L’assenza del drumming non si avverte più di tanto e non si avvertirà: la forza d’impatto delle canzoni è sfumata e articolata, perfettamente adatta al luogo.

Cosa rimane cosa c’è prende vestiti determinati e sottolinea anche le (tantissime) potenzialità pop del cantautore. Vincenzo presenta i suoi compagni di viaggio e alterna brani in cui suona la chitarra e altri in cui espone soltanto la sua voce, senza risultare mai povero di supporto.

C’è qualche “no” in meno nel testo de L’estate più fredda del mondo, cantata con voce che minaccia di spezzarsi, in quell’equilibrio fragile che costituisce gran parte delle sue canzoni.

Poi presenta Devono morire tutti dicendo che non è un augurio ma è un dato di fatto: canzone di ironia storta e strana, con le sue guerre di cuscini e con quel retrogusto amaro e un po’ dissonante. Il finale si fa psichedelico, vestito adatto al brano.

Il presidente dell’universo ha una lunga introduzione acustica. Il bello di Fasano è che quando canta “sta arrivando la felicità” sembra crederci davvero e finisce per convincerti. La mia vita al contrario continua nel suo indirizzo alternativo, con incidenti di percorso superati con disinvoltura.

Per Verso l’infinito e oltre il cantautore rimane solo sul palco ad affermare con delicatezza emozioni e aspirazioni. C’è sempre la felicità al centro delle sue canzoni, e lo percepisci anche quando evita di parlarne.

Ma c’è anche e sempre qualcosa di teneramente strano nell’aria. Come quando afferma: “Io sono Vincenzo Fasano, in questo momento”. Il suo vero nome è Gianluca Florulli, ma ti viene in mente che faccia riferimento a una temporaneità che lo porterà a ulteriori reincarnazioni.

Acquapunk, title track del suo ultimo e considerevole disco, è il suo messaggio per il futuro “anche per gli altri”. Il set, che ha il solo difetto di finire troppo presto, si chiude con Fantastico e tutte le sue scintille. È una sera perfetta, anche se piove.

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