Violacida, “La migliore età”: la recensione

violacida-la-migliore-eta-cover-webSi chiama La migliore età il nuovo disco dei Violacida, secondo lp figlio, anche, di un cambio di formazione. La band lucchese suona insieme dal 2010 e un paio di anni fa aveva esordito con Storie Mancate. Tra rock, pop, qualche idea punk e qualche idea molto lontana dal punk, la band ha inciso il nuovo disco, che uscirà ufficialmente domani 28 ottobre 2016.

Violacida traccia per traccia

Si parte da Canzone della sera, quadretto familiare piuttosto singolare, con tratti di chitarra acidi, ritmi bassi ma volumi alti. Temporale riprende dove la traccia precedente aveva lasciato. È un mondo sgonfio, dice la canzone, usando cori percussivi e una ritmica punk. Più tranquilla Contraccettivo, con il testo che emerge da sonorità sintetiche, con un’anima pop che si incontra con estetiche tipo Flaming Lips.

Occhi chiusi si rivela piuttosto meditativa e morbida, con tastiere dai suoni vintage a riempire il discorso. Cos’è una distrazione evoca panorami agresti, tra sonorità che propongono soluzioni serene, anche se un po’ malinconiche. Sentiero sceglie strade melodiche, con un nuovo riscorso a sonorità vintage.

Profili morbidi, ma con sfumature psichedeliche, anche quelli di La tua età. Varanasi si arrotola su discorsi di alternative rock piuttosto aperto e veloce. Arriva poi Monte Blu, che apre con un minimalismo suggestivo, con echi, che fa pensare a ispirazioni lontane (Velvet Underground o giù di lì). Ma il nerbo centrale della canzone cresce piano piano, con un assolo finale di tastiere che farebbe invidia a Emerson, Lake & Palmer (ok, più o meno).

Indifferenti, più che a Moravia, può far pensare a qualche indie band tipo Calla, ma con minore ermetismo e più voglia di raccontare. Si chiude con Il Fiume, altra canzone rumorosa e veemente, ma con testo molto meditato.

Disco curioso e spesso capace di spostare le emozioni da una parte all’altra, quello dei Violacida. La voglia di giocare con sonorità anche sperimentali non sovrasta la capacità di scrivere buone melodie, cosa non sempre comune.

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