Virtual Time, “A-Go-Gi-Ca”: recensione e streaming
I Virtual Time proseguono nel loro percorso di bulimia produttiva e pubblicano un nuovo album. S’intitola A-go-gi-ca (Go Down Records) ed è il terzo di una serie di cinque lavori che la band pubblicherà nei prossimi mesi.
L’album presenta un’ulteriore svolta sonora rispetto a quanto fatto prima, inserendo sintetizzatori tipici della musica elettronica, i quali si sposano all’idea di rock a cui i ragazzi bassanesi ci stanno abituando, facendo riposare momentaneamente le chitarre distorte e i riff veloci per lasciare spazio ad altri strumenti e suoni lasciati prima in secondo piano.
Virtual Time traccia per traccia
Si mescolano sensazioni di provenienza differente già con Nowhere Land, la traccia d’apertura del lavoro. Rock ed elettronica in particolare fanno un po’ di tiro alla corda in un pezzo dai contrasti forti.
Tracciati più conservativi quelli di Falling Away, pezzo oscuro ma con aperture improvvise. Si prosegue con l’intermezzo Subtle Echoes.
Sensazioni acustiche quelle di Moonshadows, notturna e piuttosto evocativa. Un ritmo muscolare poi si innesta nel tessuto della canzone, cambiandola. Finale a cappella per una svolta singolare.
Breve e piuttosto intima Close to reality, solo apparentemente semplice. Spazio a movimenti “galattici” con She, in cui la voce si muove su ambienti che sembrano plasmati sulle idee della dark wave. Poi si rientra in senso melodico, ma con strutture variabili e un po’ progressive.
A Night in Paradise ricompone il discorso all’interno di binari melodici più moderati. La chiusura è affidata a Distant Shores, con suggestioni di synth
Un altro lavoro molto libero e sperimentale dei Virtual Time, che si dedicano a mettere su disco esclusivamente ciò che ritengono sensato, lontani da qualsiasi moda o scelta commerciale. Ne esce un altro disco curioso, variegato, sorprendente e molto ben fatto.