Yuman, “Naked Thoughts”: recensione e streaming
Dopo l’esordio lo scorso anno con il singolo Twelve, un brano che ha riscosso grande attenzione da parte della critica musicale e del pubblico (oltre ottocentomila stream), Yuman è pronto a pubblicare il suo primo album, Naked Thoughts, su tutte le piattaforme digitali.
Naked Thoughts contiene otto brani inediti, scritti e composti da Yuman insieme a Francesco Cataldo, più la cover di “Somebody to love” dei Jefferson Airplane.
“Naked Thoughts” è un modo per parlare di me in maniera indiretta, lasciando che le canzoni raccontino quello che sono. Il sound è mutevole, come l’umore che canto nei testi di questo album d’esordio, che significa per me molto: è il frutto di un lungo lavoro e rappresenta la mia espressione artistica ad oggi, pur lasciando spazio e libertà a future evoluzioni musicali”.
“Sono costantemente alla ricerca di ispirazione, e quando compongo, che si tratti di un testo o di pura musica, cerco di trovarla in tutto ciò che mi circonda: luce, colori, dettagli delle stanze o anche semplicemente ricordi o sensazioni che mi affiorano alla mente… A volte è come sentire di dover dare voce alla musica che penso di contenere dentro me stesso, così da poter trasmettere quello che inconsciamente sto pensando”.
Yuman traccia per traccia
La partenza è estremamente morbida: c’è il pianoforte e c’è un sottovoce calibrato proprio in Twelve, che apre il disco. Anche se poi si cresce, anche grazie al drumming.
Scelta interessante quella di proseguire con la cover (il manuale direbbe di metterla in coda, o almeno in mezzo al disco), interessante anche perché Somebody to Love dei Jefferson Airplane non è proprio il classico pezzo da cover, tra l’altro mettendosi in un confronto non semplicissimo con la Grace Slick dell’epoca. Qui c’è un passo rock che acquista spessore anche grazie ai fiati.
Si rimane su piani piuttosto energici con Oh My!, che opta per soluzioni con un po’ di funk. Molto più morbida e sfumata l’acustica I Will, che si allarga piano e con modalità molto pop.
Ma le inclinazioni sonore di Yuman sono molteplici, come si conferma anche in The Rain, che parte piano e quasi gospel, per poi arrabbiarsi e scaricare una certa rabbia con la voce e con una chitarra elettrica molto insistente nel finale.
Con Run si corre, ovviamente, ma si balla anche abbastanza, su un ritmo rimbalzante e accelerato, per un altro brano di base semplice e con attitudini pop.
Anche Water ha ritmi leggermente più lenti, il che consente anche movimenti più approfonditi, ma con una certa esplosività nel ritornello.
Un lentone “old style” a questo punto ci sta: ecco infatti About You, accorata e con spazio sufficiente per la voce.
Si chiude con Love Ain’t Relaxing, che alza un po’ i ritmi e fornisce un congedo sostenuto all’album.
Esordio interessante per Yuman, non soltanto per la voce peculiare ma anche per la varietà di soluzioni sonore proposte nell’arco del disco. Barriere tra generi ne sono rimaste poche, e il cantante mostra di disinteressarsene, pescando dall’arsenale tutto quello che gli serve per dare fiato alla propria notevole espressività.